Il letargo non è uguale per tutti


Quello del tasso è piuttosto confortevole (ha persino un "bagno" nella tana) mentre le rane di montagna scelgono una soluzione strappalacrime: qualche curiosità su un fenomeno naturale di cui sappiamo meno di quanto crediamo

Con l’arrivo dell’autunno per gli animali arriva anche il letargo, che pur essendo un fenomeno naturale noto a tutti, è piĂą articolato di quanto si possa immaginare. Prima di tutto non va confuso con l’ibernazione, una condizione cui vanno incontro insetti, rettili e invertebrati e che somiglia piĂą alla morte che al sonno profondo; in secondo luogo perchĂ© in natura si distinguono forme parziali e totali di letargo. La forma totale è quella in cui l’animale non si nutre nĂ© beve, rallenta il battito cardiaco, riduce il metabolismo dell'80% dei valori normali e, tendenzialmente, dorme. Il letargo parziale, detto anche svernamento, è una forma meno profonda di quiescenza, che prevede un intorpidimento del corpo per periodi piĂą o meno prolungati, con un parziale rallentamento delle funzioni vitali.

La nostra idea stereotipata di un sonno continuo e senza interruzioni – al quale peraltro va incontro un numero piuttosto ridotto di specie – è quindi lontana dalla verità. I risvegli, seppur brevi, sono molto più comuni di quanto si possa immaginare, e non mancano curiosità che riguardano alcune specie specifiche: cliccate qui in alto per conoscerle.


Fonte: WIRED.it


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